Quanta fretta ma dove corri...

Roma -

 

Hanno discusso (si fa per dire!) segretamente in 4 ore e siglato in tutta fretta un contratto che rivela una sostanziale inadeguatezza ove risalta senza ombra di dubbio una vittoria per l’Amministrazione e un effettivo arretramento per i dipendenti della PCM.

In concreto non si può definire un contratto vero e proprio perché rinvia alla successiva sessione negoziale tutta la materia che riguarda i passaggi interni, tra le aree, la meritocrazia con annessi premi individuali e la questione cassa sanitaria etc…

Il fatto sbalorditivo è che le stesse sigle che avevano aspramente criticato il precedente contratto (firmato da RdB) che istituiva l’art. 18 e il fondo di produttività nonché l’operazione di autofinanziamento del FUP, attraverso i tagli al fondo dello straordinario (e quindi maggiori emolumenti per i dipendenti), non solo hanno confermato l’intera struttura ma hanno introdotto meccanismi che peggiorano notevolmente la condizione lavorativa del personale.

Cosa è cambiato in realtà? Hanno annullato il principio contemplato dai precedenti contratti in cui in Presidenza a parità di lavoro si percepiva la medesima retribuzione.

Infatti, con il contratto integrativo appena siglato si verranno a creare diverse retribuzioni pur svolgendo medesime funzioni. Inoltre, i dipendenti si vedranno costretti a prolungare l’orario ordinario e se lo pagheranno di tasca propria (e non parliamo solo della paga oraria ma anche degli oneri riflessi spettanti all’Amministrazione!).

Apparentemente si aumentano alcuni importi sbandierandoli come conquiste, ma di fatto, nonostante il consistente incremento del FUP determinato dallo storno del 50% dello straordinario, non ci risultano queste esorbitanti cifre pubblicizzate nei giorni scorsi. Si destinano scarsissime risorse per finanziare sia i passaggi all’interno delle aree che quelli tra le aree, peraltro tali stanziamenti, come stabilisce il nuovo contratto, peseranno sul salario accessorio e non saranno più a carico dell’Amministrazione come invece prevede la legge.

In più sia il CCNL che il CCNI hanno trattato i colleghi del Cipe , del Turismo e dello Sport come se fossero mercenari: si lasciano “ammuffire nel limbo” in cambio di qualche spicciolo, una assurda condizione, dettata dalle sole esigenze politiche, che ormai perdura da anni. A nostro avviso questo rappresenta un presupposto pericoloso per tutti i lavoratori che potrebbero essere interessati da provvedimenti di mobilità.

Aggiungiamo anche, per evitare strumentalizzazioni, che solo il contratto nazionale poteva risolvere la situazione del personale dei ruoli provvisori, stabilire le risorse economiche – a carico esclusivo dell’Amministrazione e definire il riconoscimento giuridico (riqualificazione ed anzianità).

Al riguardo sarebbe ora che L’Amministrazione chiarisca dove sono finite le risorse portate da queste strutture.

Infine una riflessione sulle relazioni sindacali in Presidenza:

non si era mai vista un’Amministrazione che, in modo così spudorato, si è preoccupata solo di trovare un appoggio dai sindacati collaborazionisti piuttosto che sostenere, democraticamente, un confronto leale pure con chi non è allineato ma che rappresenta i lavoratori.

Preferire le stanze di qualche dirigente anziché le sale “ufficiali” per le riunioni, senza comunicare al personale e alle altre rappresentanze il luogo e la data degli incontri, è un palese comportamento scorretto e reticente.

La sottoscrizione di RdB apposta sul contratto nazionale non è da interpretarsi come la condivisione dei suoi contenuti bensì l’imposizione di una norma antidemocratica voluta dall’Amministrazione e da una parte sindacale che esclude dai tavoli chi non firma.

E, francamente, dopo aver visto quanto avvenuto abbiamo compreso anche il motivo!

Tuttavia, purtroppo per loro, RdB insieme alle altre sigle “eretiche” parteciperà ai prossimi tavoli di trattativa.

Nel frattempo è stata inviata una formale richiesta all’Amministrazione per riaprire la contrattazione integrativa anche per ottenere un aumento dei buoni pasto e il finanziamento della cassa sanitaria a totale carico dell’Amministrazione e non più dei dipendenti.

29 settembre 2009

RdB/CUB Pubblico Impiego

 

Coordinamento Nazionale PCM