Lettera all'Amministrazione PCM per la riduzione dei tecnici della ditta operante nella telefonia e centrale telefonica
Cons. Manlio Strano
Segretario Generale
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Capo Dipartimento Risorse Strumentali
Cons. Giuseppina Perozzi
Capo Dipartimento
per le politiche di gestione e
di sviluppo delle risorse umane
Cons. Maria Contento
Dip. Politiche di Gestione e Sviluppo Risorse Umane
Ufficio Affari Generali e Relazioni Sindacali
e p. c. Presidente Prof. Antonio Catricalà
Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
LORO SEDI
La scrivente Organizzazione Sindacale, è venuta a conoscenza dell’operazione di riduzione di personale tecnico da parte delle società componenti il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) aggiudicatrici della commessa dei servizi di gestione e manutenzione, ordinaria e straordinaria, dell’informatica e telefonia.
Tale iniziativa è stata effettuata prima nello staff che opera nel presidio informatico e, da pochi giorni, risulta essere attuata anche nel presidio dei servizi telefonici, comportando un notevole peggioramento della qualità dell’intervento tecnico oltre a un aumento di carico di lavoro per gli operatori della ditta esterna sub-appaltatrice in quanto, l’impoverimento del numero degli operatori, rispetto al numero di richieste ordinarie e straordinarie in continuo aumento da parte dell’utenza, genera disservizi negli interventi richiesti.
L’Amministrazione ha stipulato con il RTI un contratto triennale con scadenza nel 2013 con un costo del servizio erogato stabilito e invariabile. Per quale motivazione le Società appaltatrici hanno, in corso d’opera, ridotto le unità operative senza una diminuzione dell’ importo? Inoltre, la riduzione del personale, crea un problema di sicurezza in quanto gli interventi operativi necessitano della presenza di più unità, essendo, i locali tecnici, per definizione ambienti ad alto rischio.
Pur non entrando nel merito dell’utilizzo dei contratti secretati risulta evidente che l’Amministrazione non ha agito in autotutela, non avendo imposto, alle società appaltatrici, la qualità garantita dei servizi erogati anche attraverso un adeguato numeri di addetti.
Appare chiaro che l’Amministrazione, non svolgendo la funzione di controllo delle Società appaltatrici, rispetto sia al trattamento del personale dipendente che alla qualità del servizio offerto, ha dato mano libera alle ditte presenti presso la PCM di agire solo nel loro interesse.
Quanto accade rivela, ancora una volta, la negatività dei processi di esternalizzazione dei servizi avviati nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri ove si prospetta una qualità dei servizi sempre più scadente a fronte degli alti costi sostenuti dall’Amministrazione.
Alla luce di quanto sopra la USB P. I. chiede un incontro per discutere la reinternalizzazione di tutti i servizi tecnologici in Presidenza del Consiglio dei Ministri.
USB Pubblico Impiego
Coordinamento Nazionale PCM
Bruno Stramaccioni