L' "AFFAIRE SNA"

Roma -

Come ci si aspettava negli ultimi scampoli d’agosto, il tanto atteso provvedimento sulla dirigenza e sulla SNA previsto dalla l. 124/2015 – cd Riforma Madia – è stato approvato dal CdM (ora alle Commissioni Parlamentari per il parere).

Da una prima lettura di questo provvedimento, non possiamo che dare un giudizio totalmente negativo sul contentuto.

In primo luogo la questione della dirigenza che, divenuta definitivamente “serva” della politica e succube del proprio status, è costretta a rincorrere il proprio contratto anziché svolgere il complesso ruolo che dovrebbe rivestire con la certezza che verrà usata come “tagliatrice di teste” nei confronti del personale.

Infatti, ad esempio, se il dirigente, attraverso gli obiettivi, non ottempera alle direttive politiche di riduzione del personale anche per questioni di bilancio (cd licenziamenti economici), verrà cacciato e/o contestato per danno all’erario, evitando così che i vertici politici siano responsabili di tale scelta (sic!).

Sulla questione della riforma più in generale ci torneremo poi, appena si avrà un quadro più completo con i decreti delegati prorogati.

Un’altra chicca presente all’interno dell’articolato predetto è la riorganizzazione della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Già nella precedente gestione e in tutte le manovre politiche avvicendatesi sullo scioglimento delle Scuole, senza verficarne l’impatto organizzativo e i fabbisogni del nuovo soggetto, sono emerse perplessità.

Infatti il risultato evidente di tale operazione sono stati i gravi danni ai lavoratori coinvolti per la soppressione delle sedi.

Allora: o tutto questo è stato fatto in modo “scriteriato” oppure l’”Affaire SNA” è solo l’ennesimo “contenitore per i profitti” di qualcuno, oltre che distributore di poltrone nel CdA di turno.

Altro che Alta Formazione! Basta verificare come è stata utilizzata la SSPA/SNA negli ultimi anni: ampio spazio alla promozione editoriale di libri di qualche politico-docente vicino a uno o più partiti, anziché svolgere la vera funzione di cui è investita, quella rivolta a formare i funzionari e i dirigenti preposti a gestire la “cosa pubblica “ e quindi in grado di organizzare i servizi per i cittadini e la P.A.

Ora siamo arrivati al culmine con la creazione dell’Agenzia per Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Questa Agenzia sarà dotata di …personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia regolamentare, amministrativa patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria… Vista tutta questa AUTONOMIA, per quale motivo la copertura dei posti di dotazione organica della Scuola avverrà utilizzando le “…facoltà assunzionali..” della Presidenza del Consiglio dei Ministri?

A nostro avviso la PCM ha l’obbligo di utilizzare le proprie facoltà assunzionali per sanare gli obbrobri verificatisi nella gestione del concorso dei passaggi tra le aree - p.e attraverso l’ampliamento della graduatoria - e di stabilizzare il personale di prestito che da anni (addirittura dal 1988!) è utilizzato in questa Amministrazione.

Considerato che:

- il personale del Ruolo PCM potrà esercitare il diritto di opzione;

- il personale di prestito, se dovesse decidere di transitare in Agenzia, dovrà essere valutato comparativamente(?);

- verrà applicato nelle more un CCNL peggiorativo rispetto all’attuale;

tale combinato disposto costringerà tutto il personale a fare scelte che vanificheranno professionalità decennali per le quali sono state investite risorse non indifferenti, ponendo grossi interrogativi sulla futura reale funzione dell’Agenzia.

Attendiamo a questo punto una convocazione urgente da parte dell’Amministrazione per un confronto sulle ricadute che tali decisioni provocheranno sui lavoratori.

 

Roma, 31 agosto 2016

 

USB Pubblico Impiego

Coord. Nazionale Pres. Cons. Ministri