Geometria variabile o "teoria del caos"?
Il recente d.l. n. 101/2013 recante ”Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni” ha introdotto varie norme che restringono ulteriormente le funzioni della P.A. in materia di personale, mobilità…
Tuttavia con l’art.10 emerge una palese contraddizione in quanto si vuole per l’ennesima volta “congestionare” la PCM con competenze non proprie, snaturandone il compito istituzionale di impulso, indirizzo e coordinamento, trasformando lo stesso in gestione diretta (il controllore e il controllato si identificano nello stesso soggetto?) …in barba al d.lgs 303/99!
Infatti, il Governo ha previsto l’istituzione dell’Agenzia per la coesione territoriale con una propria dotazione organica di personale proveniente dal Ministero per lo Sviluppo Economico, accentrando la gestione dei programmi finanziati dei fondi strutturali europei (in proposito sarà diffuso un apposito comunicato) e delle risorse aggiuntive nazionali per le politiche regionali (FSC),
Le suddette disposizioni comportano l’abolizione del Dipartimento del MISE che attualmente svolge le funzioni in materia, con contestuale trasferimento di personale alla PCM (50 unità) e all’Agenzia (il restante personale del Dipartimento, anche delle società esternalizzate?), da suddividere in base a un bando di selezione (con fotografia di chi deve entrare nei ruoli della PCM?).
Si evidenzia il diverso trattamento economico: per le 50 unità selezionate si applica il CCNL comparto PCM (più 2 dirigenti generali e 4 dirigenti di seconda fascia che ci mancavano proprio!!), mentre alle altre 200 unità destinate all’Agenzia sarà applicato il CCNL del comparto Ministeri, continuando a generare forti sperequazioni e possibili contenziosi.
Inoltre, nel contesto della grave crisi economica che colpisce il Paese, il trattamento economico del direttore generale della costituenda Agenzia sarà equiparato a quello più elevato tra i capi dipartimento del Segretariato generale della PCM, che raggiunge circa 300.000 euro annui.
Tale operazione ha posto in evidenza, semmai ancora non ce ne fossimo accorti, il totale disinteresse per i lavoratori al fine di favorire il “business” della politica.
E’ da rilevare un’ulteriore disparità: l’organico della PCM viene ridotto con la legge 24/6/2013, n. 71, con cui sono state trasferite al MIBAC circa 34 unità di personale del ruolo PCM in servizio presso l’Ufficio per le politiche del turismo (con dotazione economica di 60 mln di euro dei Fondi Strutturali) incardinato nell’ambito Dipartimento Affari Regionali, lasciate nel più completo abbandono, senza contemplare l’esercizio del diritto d’opzione, come previsto invece per il personale dell’Agenzia in questione. Nello stesso tempo si procede all’incremento dello stesso organico con l’inquadramento nel ruolo di 50 dipendenti provenienti dal MISE.
Dove saranno collocati considerando che la spending review è già intervenuta pesantemente anche sugli spazi di lavoro dei dipendenti???
La USB, alla luce delle operazioni di trasferimento e scorporo imposte per legge dai vari governi negli ultimi anni, ribadisce la necessità di un accordo sulla mobilità a tutela del personale della PCM, per evitare che il “governo di turno” disponga a piacimento – come nel gioco del Monopoli – il “baratto” delle competenze, delle strutture della Presidenza e soprattutto dei lavoratori.
Appare evidente che l’incongruenza delle scelte attuate in merito alle politiche del personale nasconda - e neanche tanto - un attacco alla funzione pubblica, trasferendo competenze e risorse di alcuni settori e procedendo poi ad assumerne di nuove (continuando nelle esternalizzazioni) che comportano, da una parte aggravi di spesa nell’immediato e, dall’altra, lo snaturamento dei compiti istituzionali propri della Presidenza.
Questa situazione di caos creato ad hoc, mira a nascondere la costante assenza di una seria politica del personale, attualmente sempre più restrittiva sul piano dei diritti dei lavoratori. A cominciare dalla totale noncuranza per la tutela della salute nei posti di lavoro, a seguire dalla inadeguata formazione dei lavoratori per le linee di attività trasferite e/o create alla PCM. Il tutto finalizzato a giustificare il ricorso all’affidamento a Società esterne di molti settori (cd. esternalizzazioni), attraverso la stipula di onerosi contratti che gravano pesantemente sul bilancio della PCM, nonché alla richiesta di consulenti, esperti, e alla nomina dei dirigenti 19 comma tutto….
Non a caso nei provvedimenti sulla PA sarà ulteriormente incrementato il contingente di dirigenti esterni, ai sensi dell’ art. 19 commi 5bis e 6 del d.lgs 165/2001, che comporta ulteriori spese, alla faccia dei tagli tanto sbandierati!! Che, guarda caso, colpiscono indiscriminatamente sempre la stessa classe di lavoratori a partire dai mancati rinnovi dei CCNL!
I vertici politici e i vari Segretari Generali non hanno mai replicato, volutamente, ai continui attacchi perpetrati all’occorrenza dai media a danno della professionalità e della dignità dei lavoratori della Presidenza, diffamati e criminalizzati come se i costi della politica dipendessero dagli stessi, senza smentire le infondate notizie sul numero dei dipendenti del comparto (oltre al personale dei ruoli e in comando è presente una nutrita schiera di personale in diretta collaborazione, consulenti, esperti, militari e forze dell’ordine, etc.).
Questo “silenzio” sul tiro al bersaglio sui dipendenti della PCM distrae l’attenzione pubblica dalle vere manovre operate nel realizzare il continuo ampliamento delle competenze a vantaggio sia degli interessi di parte che dell’aumento del numero di poltrone da riservare agli amici degli amici.
Apriamo una stagione di lotta per la riapertura immediata del CCNL!
Accordo di mobilità a tutela dei lavoratori della PCM!
Abolizione delle norme che colpiscono i lavoratori!
Reinternalizzazione dei servizi!