Argomento:

C'è poco da stare tranquilli sul futuro prossimo della Presidenza del Consiglio

Roma -

Ieri si è tenuto un incontro fra l’Amministrazione e le OO. SS. articolato in due fasi:

- la Conferenza dei rappresentanti dell’Amministrazione e delle Organizzazioni Sindacali sul processo di riorganizzazione in atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri presieduta dal Segretario Generale;

- la consultazione sullo schema del DPCM che apporta modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 2011 recante l’ordinamento delle strutture generali della PCM.

Il Segretario Generale ha aperto la discussione affermando quanto segue:

1. la Presidenza del Consiglio dei Ministri è interessata al processo di contenimento delle spese; pertanto l’Amministrazione non può che adeguarsi e dare l’esempio, anche a seguito del continuo attacco mediatico che subisce questa Amministrazione, tramite l’impiego di dati omessi e irreali;

2. il progetto di contenimento avviato riguarda la revisione delle strutture e gli accorpamenti con conseguente economia di spesa;

3. conseguenze sul personale:

razionalizzazione del personale comandato per produrre un consistente risparmio con il minor danno(?) possibile ai comandati;

ricollocazione del personale di ruolo in servizio presso le strutture soppresse, ipotizzando il ripristino del diritto di opzione(?).

Rispetto ai suddetti punti, l’USB P.I. ha ribadito che il contenimento della spesa non deve ricadere in alcun modo sui lavoratori, ma deve tener conto dei veri “sprechi” quali: esternalizzazioni di competenze che potrebbero essere svolte dai dipendenti in servizio alla PCM, evitando di ricorrere ad appalti con società esterne, come per esempio per i sistemi tecnologici, il cui costo è quantificabile in decine di milioni di euro; strutture di missione, spesso veri e propri duplicati di competenze presenti all’interno dei dipartimenti con inutile aggravio delle spese.

Il terzo punto, di particolare interesse per l’USB P.I., ha evidenziato la debolezza dell’Amministrazione, che non è in grado di tutelare se stessa e i propri dipendenti dai continui attacchi da parte dei media e dello stesso Governo che considera il personale solo un costo da tagliare e non una risorsa.

Un’Amministrazione che si appresta ad operare una riduzione di personale nonostante le numerose competenze della PCM e insiste nell’avvalersi di esperti, dirigenti esterni e di personale appartenente alle forze dell’ordine che svolgono compiti amministrativi al posto del personale di ruolo e comandato.

L’USB, nel merito, ha chiesto all’Amministrazione la sospensione dei provvedimenti di restituzione del personale comandato e la revisione degli accordi con le amministrazioni di provenienza sui rimborsi.

Per il personale di ruolo l’USB ha ribadito che non esiste concretamente alcuna garanzia, poiché il diritto di opzione è contemplato nelle norme transitorie del DLGS 303/1999. Pertanto per “farlo rivivere” è necessario che venga recepito in una norma di legge, la cui predisposizione, per ammissione dello stesso Segretario Generale, non sarà di facile attuazione.

L’USB ha ribadito l’urgenza di un tavolo politico per analizzare le ricadute dei tagli alla spesa pubblica (spending review) che destabilizzano il futuro del personale della Presidenza. Tale necessità è sentita fortemente anche dai dipendenti della PCM, i quali, attraverso una petizione chiedono all’Amministrazione l’apertura di un tavolo di reale trattativa sulle politiche del personale (di ruolo e in comando) per ottenere le massime garanzie, mediante un accordo di mobilità che contenga la tutela per il personale di ruolo in servizio nelle strutture della PCM che subiranno accorpamenti o trasferimenti di competenze e per il personale in comando la cristallizzazione della tabella e l’eventuale immissione in ruolo a seguito dei pensionamenti, ripristinando il primo bando di mobilità presentato dall’Amministrazione e poi misteriosamente ritirato.

La Conferenza di ieri, e quella che probabilmente seguirà (?), non ha di fatto potere negoziale, né tantomeno decisionale, si limita al mero scopo di informare le Organizzazioni Sindacali sull’attività dell’Amministrazione. L’USB ritiene la Conferenza un evidente tentativo di utilizzare strumentalmente le OO.SS. in qualità di complici dell’Amministrazione per “tranquillizzare” il personale.

La riunione che ha seguito la Conferenza ha avuto come oggetto le modifiche al DPCM 2011 ed ha confermato l’atteggiamento dell’Amministrazione che abbiamo già denunciato.

La stessa, infatti, perdura nel preoccuparsi delle sorti dei soli dirigenti amici, nel non affrontare la problematica degli oltre 500 appartenenti alle forze dell’ordine e militari, nel giustificare le consulenze esterne e l’istituzione delle strutture di missione e nel tralasciare le complesse problematiche del personale derivanti dalla riorganizzazione e dalle operazioni di contenimento della spesa.

Pertanto, l’USB invita tutti i lavoratori, sia di ruolo che in comando, a mantenere un fronte unico, compatto e “PER NIENTE TRANQUILLO” nei confronti di un’Amministrazione prona di fronte alle decisioni politiche di questo Governo, che continua l’opera di smantellamento della Pubblica Amministrazione e dello Stato Sociale cominciando proprio dalla PCM.

 

USB Pubblico Impiego

Coordinamento Nazionale PCM