ANCORA UN ATTACCO AI LAVORATORI DELLA PCM:

Roma -

ANCORA UN ATTACCO AI LAVORATORI DELLA PCM:

COSA C’E’ DIETRO?

 

Apprendiamo dagli organi di stampa l’ennesimo attacco ai dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questa volta si grida allo scandalo in quanto, secondo l’ISTAT, gli stipendi dei dipendenti avrebbero avuto, nel biennio 2009-2010, un aumento sproporzionato e di gran lunga superiore a quelli degli altri lavoratori del pubblico impiego.

Sarebbe opportuno capire se i citati aumenti comprendono anche quelli degli esperti e consulenti.

In ogni caso gli stanziamenti per il rinnovo del suddetto biennio non hanno determinato “i favolosi aumenti” corrispondenti per un parametro medio a 97,31 euro lordi, bensì  gli stessi derivano dall’aumento dell’orario di lavoro settimanale a 38 ore rispetto alle 36 ore che si effettuano nel  restante  pubblico impiego, come evidenziato nello stesso rapporto ISTAT ma non rilevato in alcuno degli articoli pubblicati (!?)

Di conseguenza si è avuta una busta paga “più pesante” per effetto dell’aumento dell’orario di lavoro.

Si sottolinea  che il finanziamento di questa operazione è stato compiuto decurtando il fondo di produttività che già veniva erogato al personale della Presidenza.

Questo attacco ci appare come l’ennesimo tentativo di sparare nel mucchio senza fare alcuna distinzione; sarebbe il caso di andare a vedere a quanto ammontano le retribuzioni percepite dai collaboratori, esperti e consulenti di Palazzo Chigi. Forse l’intento è quello di consegnare un nemico all’opinione pubblica piuttosto che individuare l’unico e reale avversario dei lavoratori, pensionati, precari, che risponde al nome di “Governo Monti”?

Sono ben altri i fenomeni scandalosi determinati dai precedenti governi e che questo governo finge di non vedere. Ci riferiamo a tutte quelle strutture costituite all’interno della Presidenza, definite di missione, gremite di dirigenti nominati sul campo, quando già in Presidenza è presente un elevato numero di dirigenti generali e capi dipartimento. Poi, perché non parlare di tutte le esternalizzazioni che hanno prodotto costi ingiustificabili per il contribuente e che appaiono più come “favori” dispensati ai parenti e agli amici?

Non ci stiamo, come lavoratrici, lavoratori e come sindacato che li rappresenta!

Non ci stiamo ad essere etichettati come “casta” e come “privilegiati” quando la maggior parte di noi opera il più delle volte in un vero e proprio caos organizzativo, alla mercè del politico di turno e delle continue interferenze del ministro di passaggio.

Tanto per citare qualche dato Eurispes, già nel 2007 le retribuzioni nette dei dipendenti pubblici erano le più esigue d’Europa, inoltre il livello delle retribuzioni è talmente basso da costringere perfino l’OCSE, la Banca d’Italia e l’Aran a denunciare l’ emergenza salariale; ebbene i dipendenti del pubblico impiego, che sia comparto Ministeri, Parastato, Ricerca, Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono tra i più poveri in Europa!

A questa drammatica situazione sia il governo Berlusconi che quello attuale rispondono bloccando i rinnovi contrattuali salariali fino al 2017 – ivi compresi quelli di Palazzo Chigi.

Ora più che mai c’è la necessità di un sindacato generale e conflittuale, come USB, in grado di attuare una difesa adeguata per rivendicare diritti e salario che vengono giorno dopo giorno tolti ai lavoratori.

Roma, 16 dicembre 2011

USB PI Coordinamento PCM