Sciopero del pubblico impiego La Cub-RdB contro la finanziaria Due ore di stop
20 OTTOBRE 2006
A seguito della conferenza stampa tenuta ieri dalla RdB/CUB Pubblico Impiego, inviamo le notizie apparse oggi su alcune testate giornalistiche circa lo sciopero delle ultime 2 ore dell’orario di lavoro indetto dalla stessa per domani 20 ottobre 2006 appuntamento presso Funzione Pubblica a partire dalle ore 12.00.
Vogliamo ricordare che oltre alle molteplici motivazioni di carattere generale che coinvolgono i lavoratori pubblici nella Legge Finanziaria, la Presidenza del Consiglio dei Ministri non è esente dalle operazioni di smantellamento e trasformazione degli Uffici (vedi Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione) e gli stessi dipendenti non sono esclusi dallo“scippo” del TFR, dall’attacco alla previdenza pubblica e dalle “ridicole” risorse stanziate dalla Finanziaria per i rinnovi contrattuali.
19 ottobre 2006 - Il Manifesto
Sciopero del pubblico impiego La Cub-RdB contro la finanziaria Due ore di stop Sotto accusa i tagli a sanità, scuola, contratti e strutture dello stato. Ma si protesta anche per il mancato rinnovo dei contratti, il blocco del turnover, lo «scippo» del tfr e l'«attacco» alla previdenza pubblica
(Fr. Pi.)C'è uno scarto irrimediabile tra le dichiarazioni politiche sugli intenti della legge finanziaria e i contenuti specifici dei singoli articoli. Una differenza che dà la vera «volontà politica» di un governo. Specie quando si esaminano le norme che investono la pubblica amministrazione, il suo funzionamento, il personale, i contratti e i salari.
La Cub-RdB, sindacato di base con un presenza forte nel settore - verificata all'inizio di ottobre, con uno sciopero dei precari che lavorano per lo stato e una manifestazione nazionale che ha portato a Roma 35.000 persone - ha presentato ieri lo sciopero in tutto il pubblico impiego. Due ore, nella giornata di domani, con presidi e manifestazioni un po' in tutta Italia. Esentati, all'ultimo momento, solo i lavoratori della sanità a Roma, per poter meglio affrontare l'emergenza successiva all'incidente nella metropolitana «A».
L'analisi della finanziaria presenta a loro giudizio un quadro impietoso. Non sono previste risorse per il rinnovo dei contratti, scaduti ormai da dieci mesi. Non ci sono «risposte al problema del precariato nella pubblica amministrazione». Soprattutto «non c'è una vera inversione di tendenza rispetto al governo precedente», specie per quanto riguarda la «scelta di smantellare le strutture portanti del pubblico impiego». A conti fatti, «centinaia di strutture di lavoro dovranno chiudere i battenti»; mentre una «legge delega viene prevista per vendere i servizi pubblici locali (trasporti, nettezza urbana , ecc)». Nell'insieme, viene denunciato un «progressivo disimpegno dello stato dal territorio», al punto che «l'unico riferimento 'pubblico' restano le forze di polizia», peraltro in espansione numerica e di finanziamenti. Lo «smantellamento non riguarderebbe solo lo «stato sociale» vero e proprio, ma anche i centri di definizione di standard omogenei su tutto il territorio nazionale. Due esempi per chiarire il concetto: «si apre ai privati anche la revisione dei mezzi pesanti (camion, tir, autobus, ecc), a spese degli uffici della motorizzazione» e «si decentrano le agenzie fiscali, i catasti e molti altri uffici determinanti per la lotta all'evasione fiscale». Un «federalismo» di stampo privatistico che rischia di creare standard diversi a luogo a luogo. L'esempio più drammatico resta comunque la sanità. Qui, spiega la Cub, la finanziaria impone alle regioni tagli di personale per ridurre le spese», legando persino il «salario accessorio» dei dirigenti al «raggiungimento dei risultati previsti» (voce tagliata, paradossalmente, per le agenzie fiscali). In pratica, si «trasformano le regioni in liquidatori del servizio sanitario nazionale», perché lo sforamento dei tetti di spesa imporrà un impercorribile aumento delle aliquote regionali Irpef (non progressive con l'aumentare del reddito, peraltro). Il tutto in un quadro contabile davvero oscuro. Le spese per il personale, ad esempio, «sono valutabili solo per i contratti a tempo indeterminato», mentre quelle per gli stipendi dei precari «rientrano nella voce 'servizi'». Le prime sono «da ridurre», le seconde sono in certi casi incentivate. E il precaria, perciò, cresce. Le stesse «dotazioni organiche» - tra «stabili» e «precari» - sono a questo punto un mistero. Fino al paradosso che i «il personale previsto dai 'servizi minimi' da garantire nei giorni di sciopero è spesso di numero superiore a quello previsto nei giorni di lavoro 'normale'». E' la dimostrazione del «fallimento del 'modello aziendalista' per la sanità, perché ha aumentato le spese e i centri di costo, e ridotto l'efficienza». La stessa «lotta all'evasione fiscale», infine, sembra a rischio, perché una quantità crescente di società private svolge già ora - per enti locali e non solo - compiti che sarebbero di competenza dello stato centrale. E «se neppure il fisco è davvero più statale» cosa resterà mai della macchina pubblica?
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19 ottobre 2006 - Il Giornale
Finanziaria: anche i Cub contro Prodi
La finanziaria liberista varata dal governo, con il consenso di Cgil, Cisl e Uil non dà alcuna risposta positiva ai problemi di lavoratori, pensionati e precari, anzi. Un motivo in più per partecipare allo sciopero generale del 17 novembre».
Parola di Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale Cub, Confederazione unitaria di base, che ieri ha confermato l'astensione dal lavoro dei suo associati. Tiboni ha anche denunciato le gravi pecche della manovra fiscale targata Padoa-Schioppa.
«Affermare - ha spiegato Tiboni - che questa Finanziaria porti a una redistribuzione del reddito a favore dei ceti più deboli è un falso.
A piangere, infatti, saranno ancora i ceti popolari. Inoltre la questione dello scippo del Tfr è una vicenda davvero incredibile. Il Tfr è una retribuzione differita del lavoratore e in questo modo gli si nega il diritto di decidere la destinazione dei suoi soldi».
Per Tiboni «se proprio si deve sacrificare qualcosa allora tagliamo le spese militari che ammontano a 40 miliardi di euro o utilizziamo le ingenti riserve della Banca d'Italia che ammontano a 60 miliardi di euro per ridurre il debito pubblico».
Con lo sciopero, i Cub chiederà un aumento consistente delle retribuzioni a partire dal rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego, dei trasporti e della sanità privata, l'abolizione del pacchetto Treu e della legge 30 per un lavoro stabile e tutelato per tutti, l'abolizione del silenzio assenso per il trasferimento del Tfr ai fondi pensione e nessun trasferimento forzoso all'Inps.
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19 ottobre 2006 - Il Riformista
SINDACALIA. DALL'UGL ALLA CONFSAL, DAI COBAS ALLE RDB-CUB
A destra e a sinistra tutti in piazza contro la Finanziaria
di ETTORE COLOMBO
Da destra, c'è l'Ugl, che scenderà in piazza il prossimo 10 novembre contro la Finanziaria, tema su cui ha già presentato un cospicuo pacchetto di emendamenti, ma in particolare su un un suo aspetto specifico. Quello che attiene al presunto «scippo» del Tfr, «pasticciaccio brutto» che peraltro già ha fatto scoppiare poderosi mal di pancia da parte della Cisl come della Uil (ma non da parte della Cgil). Certo, il sindacato storico della destra sociale da quando lo guida Renata Polverini ha acquistato un'autonomia a dir poco invidiabile (e non poco invidiata). Anche nei confronti dei suoi storici referenti politici, la destra sociale di Alemanno e la destra "popolare" di Fini, e quindi non si può certo dire che si tratterà di una manifestazione di piazza a supporto di quelle politiche che la Cdl metterà in campo contro il governo. Ma all'Ugl - che ha ormai saldamente acquisito il rango di "quarto" sindacato confederale e che viene ricevuto a palazzo Chigi con tutti gli onori del caso e che, che ormai "corre" a tal punto da aver messo il fiato sul collo persino alla Uil - la Finanziaria proprio non piace. E l'Ugl, nonostante i buoni rapporti stabiliti con Prodi e in particolare con il sottosegretario Letta, lo dirà forte e chiaro. In parlamento e in piazza.
Al centro c'è invece la Confsal, che è stato a lungo il quarto sindacato italiano, ma che oggi è sopravanzato proprio dall'Ugl e che raggruppa una miriade di sigle di categoria, dalla Fimsic (metalmeccanici) allo Snals (scuola). Politicamente collocabile, in quanto a simpatie, tra i centristi moderati del centrodestra (Forza Italia e Udc) e quelli del centrosinistra (Udeur, più che Margherita), la Confsal sarà il primo sindacato, in ordine temporale, a manifestare a livello nazionale contro il governo di centrosinistra, domani. All'estrema sinistra, invece, ci sono le sigle storiche del sindacalismo di base italiano, dai Cobas (forti nella scuola come nel pubblico impiego e nella sanità) di Piero Bernocchi - noto per le sue posizioni politiche spericolate e persino più «a sinistra» della stessa sinistra trotzkista di Rifondazione - alle Rdb-Cub. Sindacato che ha fatto un vero «colpaccio», lo scorso 29 settembre, pubblicando sul proprio sito Internet il testo integrale della prima versione della Finanziaria, quella scritta nottetempo a palazzo Chigi. Prima ancora che uscisse sulla Gazzetta ufficiale quanto - ben due giorni dopo - sul Sole 24 ore. Scenderanno in piazza in diverse tornate ma in modo massiccio, i sindacati dell'estrema sinistra italiana. Già hanno indetto, a partire dal primo ottobre, uno «sciopero della fame e della parola» (della fame è plausibile, della parola - per dei Cobas - molto meno...) al fine di protestare a favore del «diritto d'assemblea e per la democrazia nella scuola». Diritti che, a sentir loro, mancano del tutto. Chiarito, in via preventiva, e cioè già a partire dallo scorso 30 settembre, che ai Cobas (come alle Rdb-Cub, ovvio) questa Finanziaria proprio non piace in quanto è diretta «a colpire i lavoratori», la mobilitazione del sindacalismo di base non si ferma qui. Le Rdb-Cub hanno indetto una manifestazione nazionale contro i tagli nel pubblico impiego (quali, a dire la verità, non si capisce) che si terrà il 20 ottobre. Poi parteciperanno - sia loro che i Cobas - alla «grande» manifestazione contro la precarietà indetta per il 4 novembre da un arco di forze che parte dalla sinistra interna alla Cgil e arriva fino a un nutrito schieramento dei partiti della sinistra radicale (Prc, Pdci, Verdi, ma anche il Correntone e la sinistra Ds) che appoggiano il governo. Infine, naturalmente, protesteranno anche loro contro «lo scippo» effettuato a danno dei lavoratori sul Tfr. La manifestazione del 4 novembre, che si chiama «Stop alla precarietà», preparata e lanciata dalla Fiom-Cgil come dalla Funzione pubblica della Cgil, appoggiata anche dalla Flc (lavoratori della conoscenza) e dalla Cgil scuola, parla, però, in realtà, di ben altro. E cioè dei grandi guai che la sua stessa ideazione sta provocando all'interno della confederazione di corso d'Italia, con relativi muggiti sul tema della richiesta di abolizione della legge 30 come del «no» a una (seria) riforma delle pensioni. Ma questa è, appunto, un'altra storia. O meglio una storia parallela, che corre tutta dentro i binari della Cgil. Dove più di qualcuno - nella Fiom e non solo lì - è sempre più tentato di dare vita a un vecchio sogno del sindacalismo radicale italiano. Un «quarto sindacato», appunto. Prima che, s'intende, non si rendano conto che un «quarto sindacato», in Italia, c'è già. E si chiama Ugl.
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19 ottobre 2006 - La Repubblica
Pubblico impiego due ore di sciopero l´agitazione
Bologna - Nell´ambito dello sciopero nazionale indetto per domani dalla Rdb/Cub del Pubblico Impiego, i lavoratori dell´amministrazione statale, del parastato, della sanità, degli enti locali, dell´università, delle agenzie fiscali e dei vigili del fuoco, di tutto il territorio dell´Emilia Romagna, incroceranno le braccia nelle ultime due ore di ogni turno di lavoro.
A Bologna lo sciopero sarà preceduto da un´assemblea dei lavoratori pubblici alle ore 10,30 nella la sala teatro di Via San Felice 11, dove saranno distribuiti materiali informativi sulla manovra finanziaria del Governo Prodi. L´agitazione , spiegano i rappresentanti del sindacato di base, sarà preparatoria a quella generale nazionale previsto per il 17 novembre prossimo.
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18 ottobre 2006 - Agi
FINANZIARIA: RDB-CUB, VENERDI' 20 SCIOPERO PUBBLICO IMPIEGO
Roma - Le rappresentative di base (Rdb/Cub) chiamano allo sciopero di due ore il 20 ottobre i lavoratori del pubblico impiego contro contro l'attacco contenuto nella Finanziaria 2007. Pero', e' stato spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa, si e' deciso di esentare il personale della Sanità di Roma.
"La decisione di esentare dallo sciopero gli addetti alla sanità di Roma è stata presa dalla Direzione nazionale di Pubblico impiego – dichiara Nazareno Festuccia – per consentire il più veloce rientro nella normalità degli ospedali e delle strutture sanitarie della capitale che stanno ancora facendo fronte all’emergenza seguita all’incidente della metropolitana di Roma".
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18 ottobre 2006 - Ansa
FINANZIARIA: RDB, MANOVRA DEVASTANTE, VENERDI' SCIOPERO
SI SMANTELLA STATO SOCIALE; GOVERNO PRODI HA TRADITO ASPETTATIVE
ROMA - Una manovra dagli effetti ''devastanti'' che punta a ''smantellare quel che resta dello stato sociale''. E' la convinzione della federazione delle Rappresentanze di base del Pubblico impiego (Rdb-Cub) che oggi - in una conferenza stampa - hanno confermato lo sciopero di due ore di venerdi' prossimo con manifestazioni nelle principali citta' (a Roma si terra' davanti palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica). Nella scuola la protesta sara' di un'ora, mentre solo nella citta' di Roma e' stato deciso di revocare lo sciopero nella sanita' per consentire il recupero alla normalita' dopo l'incidente di ieri nella metropolitana. Le Rdb scommettono sulla piena riuscita della protesta. ''Sara' uno sciopero molto partecipato - ha spiegato Paola Palmieri, una dei leader della federazione - i lavoratori ne condividono le motivazioni anche perche' sono state tradite le molte aspettative che avevano rispetto al Governo Prodi, che non ha segnato un'inversione di tendenza rispetto a Berlusconi''. Nel mirino del sindacato, ''l'assenza di risorse per i rinnovi contrattuali, la mancanza di risposte per i precari, il cui ruolo invece e' vitale per il funzionamento dei servizi, la chiusura di centinaia di luoghi di lavoro, la vendita di servizi pubblici (attraverso un provvedimento collegato alla Finanziaria)''. Ma le Rdb bocciano anche la manovra del Governo sul trattamento di fine rapporto e sul fisco. ''E' proprio di ieri la notizia di un emendamento alla Finanziaria del relatore che cancella i fondi per la produttivita' per il personale delle agenzie delle entrate - ha detto il segretario nazionale, Giuliano Greggi -: il Governo si riempie la bocca con la lotta all'evasione e a chi sta in campo per contrastarla effettivamente viene tolta la retribuzione. La verita' e' che vuole rastrellare soldi dal pubblico impiego per altre operazioni, per dare i soldi alle imprese, ma non e' cosi' che si crea sviluppo''.
FINANZIARIA: CUB, SCIOPERO GENERALE CONTRO SCIPPO TFR
TIBONI, CON MANOVRA PRODI A PIANGERE SARANNO POVERI
MILANO - Sciopero generale della Confederazione unitaria di Base (Cub) e l'adesione delle varie sigle sindacali dell'area Cobas il prossimo 17 novembre contro "la Finanziaria liberista varata dal governo con il consenso di Cgil, Cisl e Uil, in continuità con le Finanziarie di Berlusconi". Lo ha annunciato il coordinatore nazionale della Confederazione, Piergiorgio Tiboni, che, nel corso della mattinata, ha illustrato i motivi per i quali il sindacalismo di base ha deciso l'astensione dal lavoro. "Affermare che questa Finanziaria fa una redistribuzione del reddito a favore dei ceti più bassi è una menzogna - ha spiegato Tiboni - in quanto, come dimostrano i nostri studi sulla manovra, a piangere saranno ancora una volta i ceti popolari". Al giudizio negativo sulle misure fiscali previste dal governo si aggiunge l'indignazione del sindacalismo di base contro quello che Tiboni ha definito "lo scippo del Tfr". "E' una vicenda incredibile - ha spiegato Tiboni - perché il Tfr è una retribuzione differita del lavoratore mentre in questo modo gli si nega il diritto di decidere dove destinarlo, anticipando di un anno il conferimento con silenzio-assenso ai fondi pensione e prelevando forzosamente il 50% dell'inoptato". Secondo Tiboni "dare il Tfr all'Inps può anche essere una cosa giusta, ma deve essere il lavoratore a decidere e, soprattutto, non devono cambiare i criteri con cui ogni singolo lavoratore può usufruire del proprio trattamento di fine rapporto, quando si licenzia o quando ne chiede l'anticipo". Inoltre "il conferimento all'Inps sarebbe positivo se rafforzasse un sistema previdenziale unico, ma con la manovra Prodi questo non è assicurato". La Confederazione unitaria di base, attraverso il proprio centro studi, ha calcolato che, in base ai nuovi meccanismi di prelievo fiscale, compensati da una nuova disciplina degli assegni familiari, "a pagare di più saranno ancora una volta i ceti più bassi, sui quali graveranno anche le addizionali Irpef calcolate anche sulla area di non tassazione". Stando ai dati della Cub, un lavoratore con coniuge e un figlio a carico che percepisce 12 mila euro di reddito, con la nuova manovra perderà 252,28 euro all'anno, con un maggior aggravio fiscale mensile di 19,40 euro. Per un lavoratore in analoghe condizioni che percepisce 25 mila euro, invece, la perdita sarà di soli 22,18 euro (1,70% euro al mese), ma se avrà coniuge e due figli a carico e percepirà solo 12 mila euro la perdita sarà di 279,04 euro annui, pari a 21,46 euro al mese. Diversa invece la situazione per un reddito di 25 mila euro con coniuge e due figli a carico, che risparmierà in imposte 325,05 euro all'anno, pari ad un mensile di 25 euro. I calcoli della Cub, come ha spiegato il responsabile dell'Ufficio studi, Dionisio Masella, "non tengono conto degli inasprimenti come il bollo auto per chi non possiede una Euro 4 e le addizionali Irpef locali". Inoltre, per coloro i quali percepiranno il Tfr, ci sarà un inasprimento in più fino a 800 euro per chi avrà accantonato la propria liquidazione in 25 anni di lavoro, dovuto al prelievo fiscale sulle liquidazioni. In pratica, secondo la Cub, un lavoratore che ha accantonato la propria liquidazione in 25 anni di lavoro pagherà 800 euro di tasse in più.
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18 ottobre 2006 - Adnkronos
FINANZIARIA: BOLOGNA, VENERDI' SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI
Bologna - Nell'ambito dello sciopero nazionale indetto dalla Rdb/Cub del Pubblico Impiego, i lavoratori dell'amministrazione statale, del parastato, della sanita', degli enti locali, dell'universita', delle agenzie fiscali e dei vigili del fuoco, di tutto il territorio dell'Emilia Romagna, incroceranno le braccia nelle ultime due ore di ogni turno di lavoro. A Bologna lo sciopero sara' preceduto da un'assemblea dei lavoratori pubblici alle ore 10,30 nella la sala teatro di Via S.Felice 11, dove saranno distribuiti materiali informativi sulla manovra finanziaria del Governo Prodi. L'agitazione sara', spiegano i rappresentanti del sindacato di base, preparatoria a quella generale nazionale previsto per il 17 novembre prossimo
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18 ottobre 2006 - Dire
FINANZIARIA/REGGIO. VENERDI' IL PUBBLICO SCIOPERA PER 2 ORE
L'AGITAZIONE PROCLAMATA DA RDB-CUB
Bologna - Anche a Reggio Emilia venerdi' il pubblico impiego incrocera' le braccia per due ore. Lo sciopero e' stato indetto da Rdb-Cub per protestare contro la Finanziaria del Governo. Le scelte dell'esecutivo Prodi in materia di pubblico impiego, lamenta il sindacato, "rischiano di mettere definitivamente in ginocchio un settore fondamentale". Tale operazione "mira a favorire nuovamente le imprese che in questi decenni hanno goduto di contributi e condoni fiscali, anche effettuati grazie al taglio della spesa pubblica". Il Governo di centrosinistra "persegue una politica in perfetta continuita' con il Governo Berlusconi, accelerando i processi di smantellamento, esternalizzazione e privatizzazione di servizi pubblici". In occasione dello sciopero, venerdi' a Roma alle 12 e' prevista una manifestazione davanti al ministero della Funzione pubblica.
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