Comunicato stampa. Trasferimento CIPE Turismo e Sport
A seguito del DL 181/07 lo “spacchettamento” sono state trasferite presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri delle strutture provenienti dal MEF (CIPE), dal MISE (Turismo) e dal Ministero per i beni e le attività culturali (Sport).
La frenesia politica ha concepito un provvedimento nel quale si evidenzia la scarsa conoscenza della molteplicità delle strutture della pubblica amministrazione e che prevede che la manovra si realizzi mediante l’invarianza di spesa.
Il personale proveniente dalle predette strutture, formalmente costituite presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, percepisce dal 1 marzo 2007 il salario fondamentale dall’Amministrazione PCM, tuttavia ad oggi non ha ancora avuto l’inquadramento giuridico/economico nei ruoli della Presidenza, né è stato posto nelle condizioni di poter svolgere il proprio servizio secondo l’organizzazione del lavoro in vigore presso questa Amministrazione.
Con ciò si verifica una evidente e illegittima anomalia e una lesiva disparità di trattamento con gli altri lavoratori nella stessa amministrazione, addirittura nell’ambito del medesimo ufficio, poiché i dipendenti, a parità di prestazione lavorativa, percepiscono un trattamento economico diversificato, riteniamo, quindi, che l’applicazione del CCNL- PCM sia dovuta ai colleghi trasferiti obbligatoriamente.
Pertanto, proseguono le iniziative di lotta avviate già da tempo dai lavoratori delle strutture trasferite per il riconoscimento dei propri diritti.
Oggi i lavoratori riuniti in Assemblea, sostenuti dalla RdB, hanno deliberato di continuare lo stato di agitazione e di adottare ulteriori iniziative necessarie affinché sia rimossa la disparità prodotta e sia applicato al personale il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro vigente nel Comparto Presidenza del Consiglio dei Ministri .
Lo stato di agitazione porterà inevitabilmente all’inasprimento della vertenza qualora il Governo con un provvedimento legislativo non assicurerà il ripristino del diritto dei lavoratori che l’attuale norma sull’invarianza della spesa non consente.
Un ulteriore dimostrazione di come le riforme in atto intraprese dal governo al solo scopo di ridurre i costi alle imprese a scapito della Pubblica Amministrazione ricadono pesantemente sui lavoratori.
Roma, 3 agosto 2007
p/RdB/CUB Pubblico Impiego
Settore Presidenza Consiglio Ministri
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