Argomento:

Lettera di risposta all'articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 25 aprile 2012.

Roma -

 

 

Dott. Sergio Rizzo

Corriere della Sera

 

Dott. Giannatonio Stella

Corriere della Sera

 

 

e p. c.                                       Al direttore del Corriere della Sera

Dott. Ferruccio de Bortoli

 

 

 

 

L’articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 25 aprile u.s, a firma delle SS.LL., sostiene che la spesa per il funzionamento di Palazzo Chigi è oggetto dei famosi tagli alla politica.

 Al riguardo gli autori dovrebbero esplicitare, cosa intendono per “costo della Politica” tenuto conto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri è una Amministrazione a cui sono attribuite molteplici competenze istituzionali: politiche europee; parte delle politiche sociali; gestione diretta dei fondi strutturali europei; Cipe; Protezione Civile; formazione attraverso la Scuola Superiore; coordinamento e controllo degli Enti locali territoriali.

Pertanto il paragone con Downing Street è improponibile, dal momento che la struttura governativa a supporto del premier inglese non gestisce tante e tali competenze.

E’ doveroso puntualizzare che il numero dei dipendenti della  Presidenza del Consiglio dei Ministri corrisponde a 2997 unità (dato ufficiale per le elezioni delle RSU 2012) e comprende il personale di ruolo e in comando (provenienti dalla pubblica Amministrazione), a cui si aggiungono il personale delle forze dell’ordine per i compiti istituzionali stabiliti dalla normativa (servizio passi),  personale dirigenziale  per un totale di 450 unità, includendo anche un centinaio di incarichi dirigenziali. Questo è un dato riscontrabile, di cui il “Ministro” è al corrente poiché riportato nelle tabelle dedicate al personale.

Semmai il dato “misterioso” ove operare un’azione di trasparenza si riferisce a quei consulenti, militari e forze di polizia (oltre a quelle previste) ed esperti presenti in Presidenza del Consiglio dei Ministri a vario  titolo. 

Un’affermazione totalmente inesatta, a cui volgiamo tutta la nostra critica, riguarda il capoverso dell’articolo che indica i dipendenti come “…personale in servizio…”  remunerato attraverso “…non meglio specificate voci.. e attingendo a fondi vaghi”: per una corretta informazione era sufficiente che gli autori consultassero le norme contrattuali e di legge in vigore per comprendere, ad esempio, che il Fondo Unico di Presidenza non è altro che il Fondo di produttività delle Amministrazioni dello Stato.

A nostro avviso due sono le cose:

1)    o si tratta di una fuoruscita di notizie fuorvianti da parte di qualche solerte addetto ai lavori

2)    oppure le notizie vengono fornite ad hoc per sferrare un ulteriore colpo ai lavoratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Mediante predetto fondo vengono retribuite prestazioni individuali dettate dell’esigenza particolare dell’Amministrazione quali turni reperibilità, flessibilità dell’orario di lavoro (38 ore settimanali) e protrazioni dello stesso oltre l’orario di lavoro. Andrebbe inoltre  precisato che la Presidenza è aperta tutti i giorni compresi sabato, domenica e festivi per 24 ore.

I rimborsi per il personale comandato sono stabiliti dalla normativa  e dalle  circolari applicative per cui per i dipendenti in comando provenienti dalle Amministrazioni Pubbliche, si prevede il rimborso dell’importo contenuto in busta paga, tranne che per i dipendenti appartenenti ai Ministeri per cui non è previsto alcun rimborso.

Per quanto riguarda l’autonomia di bilancio non vogliamo entrare nel merito, possiamo tuttavia affermare che, così come previsto dalle leggi dello Stato, esiste un controllo operato dalla ragioneria interna e dalla Corte dei Conti.

Condividiamo il principio volto a eliminare gli sprechi per migliorare la Pubblica Amministrazione e non per demolirla. A questo proposito sarebbe opportuno  chiedere al presidente Monti:

 perché mettere in mobilità il personale della Presidenza del Consiglio laddove si appresta a nominare 18 nuovi dirigenti?

Perché non eliminare le esternalizzazioni dei servizi consegnati a società private che operano all’interno dell’Amministrazione con costi enormi rispetto alle prestazioni erogate?

Perché non rimuovere le strutture di missione che sono veri e propri “duplicati” di uffici e servizi già presenti nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e di conseguenza l’unico scopo della loro esistenza è quello di compiacere il politico di turno?

 In conclusione vi invitiamo a partecipare ad una Assemblea con il personale per un confronto con  i diretti interessati.

Magari potreste accorgervi che i dipendenti di Palazzo Chigi non sono poi quei lavativi, raccomandati e super pagati!

Sarebbe onesto che la presente venga pubblicata sul Corriere della Sera.

Roma, 27 aprile 2012

 

p/USB Pubblico Impiego

Bruno Stramaccioni