Comunicato su: "Preliminare d'accordo sulla formazione"

Roma -

 

 

COMUNICATO

 

 

          Il giorno 3 maggio u.s. si è tenuta una riunione con l’Amministrazione avente per oggetto i seguenti argomenti: problematiche inerenti la formazione del personale; problematiche inerenti la mobilità del personale; problematiche inerenti il personale di prestito.     

L’Amministrazione ha distribuito ai presenti il testo relativo all’accordo previsto dall’art. 7 del CCNI concernente l’applicazione in fase sperimentale del sistema dei crediti formativi connessi alle progressioni economiche e di carriera.

Si è compiuta così la solita messinscena.

Improvvisamente tutte le sigle sindacali erano d’accordo con l’Amministrazione. Tutte meno una: la USB.

Che fine hanno fatto le dichiarazioni di contrarietà alla Riforma Brunetta di certe sigle autonome?

Non avevamo dubbi sulla sottoscrizione della CISL visto che ormai firma anche l’improponibile.

          La USB, ha evidenziato tutte le criticità di un accordo vuoto in quanto  non contiene elementi sostanziali a tutela del personale ma solo ipotetici, quali: la mancanza di risorse certe e adeguate; non tiene conto delle ricadute sulle professionalità interessate dalle esternalizzazioni dei servizi; la mancanza di un ordinamento professionale funzionale alle reali esigenze dell’ Amministrazione.

In sostanza con l’accordo firmato si introduce il sistema della meritocrazia per poter fare carriera e gli effetti negativi sono molteplici.

Con i corsi “in house”, indicati nell’accordo, aumenteranno le disparità  di trattamento poiché si verificherà che i singoli uffici che  hanno esigenze di continui aggiornamenti formeranno alcuni dipendenti con indubbi  vantaggi per le loro progressioni rispetto ad altri che operano in strutture che trattano  materie non soggette ad aggiornamenti frequenti.

          In questo modo un dipendente dovrà non solo conquistarsi “la simpatia” del dirigente ma anche l’Ufficio giusto per sperare di ottenere più soldi e carriera.

          La USB, oltre a confermare la netta contrarietà a questo meccanismo, ha sottolineato alla controparte o per meglio dire alle controparti, come la maggioranza dei colleghi si sia espressa in modo contrario all’applicazione del sistema dei crediti formativi legato alle progressioni economiche attraverso una petizione. Petizione, di oltre 1000 firme, che nei giorni scorsi è stata consegnata ai vertici della PCM a partire dal Sottosegretario Gianni Letta per finire a tutte le OO.SS..

          Tuttavia è evidente che l’Amministrazione vuole attuare a tutti i costi la riforma Brunetta in Presidenza perché sia da esempio a tutto il Pubblico Impiego, nonostante la possibilità di derogare.

          Pertanto la USB, in perfetta solitudine e nel rispetto della volontà espressa dai dipendenti, ha ritenuto di non sottoscrivere l’accordo.

          Ora come si giustificheranno i sindacati firmatari per non aver rispettato  la volontà di dipendenti?

La riunione è stata oggetto anche di un inizio di discussione sulle questioni riguardanti la mobilità del personale e il personale di prestito.

Anche per queste materie le uniche proposte sono venute dalla USB.

A nostro avviso occorre stabilire regole certe per la mobilità nel rispetto delle esigenze  dei colleghi, dell’organizzazione del lavoro e degli Uffici per non trovarci dinanzi a improvvise migrazioni di massa come è avvenuto nei mesi scorsi. Inoltre è necessario dotarsi di strumenti contrattuali che ribadiscano il diritto di opzione e la salvaguardia di tutti i dipendenti in servizio coinvolti nei processi di scorporo degli Uffici dalla Presidenza.

Non si può più tollerare che questa materia venga gestita da parte dell’Amministrazione come una “cosa nostra”.

          Per il personale di prestito e per chiudere definitivamente con la questione comandi è necessaria una soluzione che tenga conto delle legittime aspettative di quei colleghi in comando da anni.

Sappiamo bene che per stabilizzare il personale comandato è essenziale predisporre una norma apposita ma, in attesa che il Governo si interessi, si potrebbe fin da ora formalizzare un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione e le OO.SS. per sollecitare la predetta norma.

          Con l’occasione si potrebbe rimettere mano all’organico della PCM ipotizzando anche un ruolo unico così come prevedeva la legge.

          Questa vicenda sicuramente fa comprendere ai colleghi come l’operato di certi sindacati in PCM sia distante dai reali bisogni dei lavoratori.

 

E’ finito il tempo della delega.

Occorre riconquistare Diritti e Dignità.

 

6 maggio 2011

 

                   USB Pubblico Impiego

                          Coordinamento Nazionale PCM